150° Anniversario Battaglia di Palestro


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La Battaglia di Palestro

L'esercito Sardo passa La Sesia a Vercelli (30 maggio 1859)

Marcia su Palestro (30 maggio 1859)

Diario di Guerra

24 maggio 1859. Da li a pochi giorni si sarebbe giunti ai veri e propri fatti d'arme con lo scontro in Palestro degli eserciti franco-piemontese da una parte e austriaco dall'altra. Il Comandante la 4 ª Divisione Generale Cialdini, nella sua relazione sullo svolgimento della battaglia così scrive: "Dietro gli ordini ricevuti da S.M., il mattino del 30maggio partii da Vercelli, dirigendo la mia divisione verso Palestro. La la posizionedi questo villaggio è naturalmente assai forte. L'unica via che vi conduce direttamente da Vercelli, a 200 metri dall'entrata del villaggio, è fiancheggiata a destra ed a sinistra darisaie, e finisce per essere incassata in un altipiano con ripe scoscese, al piede del quale corre il cavo del Lago, di fondo pantanoso con rive alte e tagliate a picco.

Da informazioni avute calcolavo, e non era lontano dal vero, che il nemico occupasse la posizione con una Brigata di Fanteria ed una Batteria d'Artiglieria, forze sufficienti per opporre validissima resistenza in posizioni così vantaggiose, e nella quale si era trincerato. Composi la mia avanguardia del 6° e 7° Battaglione Bersaglieri, di una Sezione da 16 e di due Squadroni Cavalleggeri "Alessandria". Essa occupava successivamente i due primi ponti sul cavo Gamarra, che per ben tre volte taglia la strada da Vercelli a Palestro, ed i nostri primi esploratori incontravano gli avamposti nemici al terzo ponte dietro una abbattuta di alberi. Essi furono facilmente respinti con qualche colpo di cannone ed inseguiti dai nostri Bersaglieri; ma s'impegnava immediatamente un vivissimo fuoco di moschetteria, sulle posizioni nemiche, dal 6° Battaglione a sinistra della strada, e dal 7° a destra.

Feci immediatamente avanzare sul terzo ponte la sezione d'artiglieria, sulla quale veniva aperto immediatamente il fuoco dall'artiglieria nemica, collocata sull'altipiano. E siccome la direzione dei fuochi e la vivacità dei medesimi indicava un forte attacco sulla destra -supposizione che mi venne confermata dal Comandante il Battaglione, Maggiore Chiabrera, che domandava truppe in sostegno - diressi sulla destra due Battaglioni del 9° Reggimento Fanteria, sotto gli ordini del suo Colonnello Brignone, e rinforzai il 6° di qualche Compagnia del 10° Fanteria, ponendo gli altri Battaglioni della Brigata in riserva, a destra e a sinistra della strada e tenendo la Brigata "Savona"più in dietro in riserva.

Rafforzai pure con un'altra Sezione da 16 la artiglieria al ponte, e venne dalla medesima aperto un vivissimo fuoco di granate alla distanza di 1500 metri dal villaggio, tiro che malgrado la distanza riusciva efficacissimo. Dietro le istanze del Comandante il 6° Battaglione Bersaglieri, inviai pure un distaccamento di Zappatori del Genio sulla sinistra, onde tentare, sotto il fuoco, di praticare un passaggio alle truppe sul cavo del lago e girare così il lato destro della posizione. Progrediva intanto l'attacco sulla destra, ma il 7° Battaglione si trovava a fronte della forte posizione della Fornace, dominante, trincerata e contornata dai due cavi Scotti e Gamarra, profondi e con un sol ponte a fianco della posizione nemica. Successivamente la 27 e 28 Compagnia Bersaglieri ne tentarono l'assalto, alla baionetta, ma furono, respinte con gravi perdite, finchè essendo sopraggiunti i due Battaglioni del 9°, ed avendo diretto, sulla medesima un vivissimo fuoco, potè la Compagnia Bersaglieri, guidata dal Capitano Giusiana, superare alla baionetta il ponte asserragliato, cacciare il nemico dalla disputata posizione, e seguito dall'intero Battaglione Bersaglieri e dai due del 9° Reggimento Fanteria, occupare di viva forza il villaggio, guadagnandone palmo a palmo il possesso.

Dalla direzione del fuoco, giudicando il progresso dell'attacco, feci cessare il fuoco della mia artiglieria, ed avanzare qualche esploratore di cavalleria per conoscere lo stato delle cose, quando sopraggiunse alla carica il Colonnello Brignone, annunciando, che il villaggio era in gran parte nelle nostre mani, ma che il nemico opponeva vivissima resistenza allo sbocco di esso. Di fatto, al momento in cui i nostri soldati s'impadronivano con mirabile slancio della strada principale del villaggio e della Chiesa, sopraggiungeva al nemico un rinforzo -venuto in tutta fretta da Robbio - di due Battaglioni, i quali, occupate le ultime case a destra dello sbocco del villaggio, ed il Cimitero, e distendendosi lungo una via incassata che le unisce, e coll'artiglieria sulla strada, riceveva colla mitraglia e con un vivacissimo fuoco di fucileria le truppe del 9° Reggimento, che stavano, per sboccare. Il Colonnello Brignone, con un colpo d'occhio militare ed un'energia che altamente lo onorano, faceva immediatamente asserragliare la strada verso il Cimitero, disponeva le sue truppe a difesa della Chiesa e nelle strade laterali, e per fare più presto veniva in persona a domandare soccorso.

Attacco e presa di Palestro (30 maggio 1859)

La 4° Divisione del Generale Cialdini attacca Palestro (30 maggio 1859)

Condussi immediatamente al trotto una Sezione da 16, era la più avanzata, e dato l'ordine alle truppe d'avanzare, con movimento spontaneo e quasi elettrico tutte le diverse colonne si diressero, al grido "Viva il Re!" alla corsa sul villaggio. I Battaglioni restanti del 9° Fanteria occupavano a destra l'entrata del villaggio, onde impedire di essere girati da quella parte; quelli del 10° poggiando a sinistra avanzandosi verso il cimitero, contribuivano a sfoggiarne il nemico, e l'inseguivano assai lungi dal villaggio, secondati da una parte del 6 ° Battaglione Bersaglieri, il quale dopo molti stenti, ed avere abbattuto sotto il fuoco nemico un muro di un ponte canale, è riuscito ad attraversare il Cavo del Lago, e ad occupare l'altipiano.

Allo sbocco del villaggio, la Sezione da 16, appena posta in batteria, veniva rovesciata nei fossi laterali dalla violenza del fuoco nemico; la rimpiazzava immediatamente una Sezione della prima battaglia, la quale riusciva dopo pochi colpi, e secondata dagli attacchi della Fanteria, a mettere il nemico in ritirata. Sboccava in quel mentre sulla strada di Robbio il 15° Reggimento, stando il 16° in riserva, ed il primo battaglione attaccava alla baionetta le ultime case a destra del villaggio occupate dal nemico; e dopo accanito combattimento corpo a corpo, se ne impadroniva, facendo grande strage di nemici e molti prigionieri. Il nemico si ritirava quindi precipitosamente verso Robbio lasciando nelle nostre mani più di cento feriti e molte armi e 184 prigionieri, dei reggimenti "Leopoldo" e "Wimpfen", e tra questi tre ufficiali. Non era però ancora finito il successo della giornita. Mentre stavo disponendo le truppe in difesa della posizione conquistata, quasi due ore dopo il primo combattimento, s'impegnava un vivo fuoco di fucileria e di artiglieria sulla nostra sinistra, verso il bivio delle strade di Confìenza e Vinzaglio. Erano le truppe nemiche, che, battute a Vinzaglio dalla terza Divisione cadevano sugli avamposti del 16° Reggimento. Il Comandante del medesimo faceva avanzare due Compagnie a sostegno degli avamposti, le quali, fatto impeto sul nemico alla baionetta, lo misero in fuga. S'impadronirono di due pezzi da 6 coi loro avantreni.

Questo brillante episodio mise termine alla giornata del 30 maggio, così onorevole per le truppe della 4ª Divisione, giacchè, signor Generale, mi è impossibile l'esprimerle adeguatamente lo slancio ed il valore, da esse dimostrato. nella esecuzione di questa difficile operazione di guerra. Ma sopra ogni altro meritano singolare menzione il Colonnello Brignone del 9° Reggimento Fanteria, ed il Maggiore Chiabrera del 7° Battaglione Bersaglieri, che si dimostrarono in questa circostanza veri uomini di guerra. Mi riservo di comunicare alla S. V. gli elenchi dei militari di ogni grado che maggiormente si distinsero in questa giornata, e la tabella delle perdite, la quale pur troppo è di qualche considerazione.


Presa del Cimitero di Palestro (30 maggio 1859)

Attacco del Ponte di Montriolo a Palestro (30 maggio 1859)


31 Maggio 1859

Appena il giorno 30 maggio ebbi occupato colla mia Divisione il villaggio e l'altipiano di Palestro, conscio dell'importanza somma della posizione, rispetto alle ulteriori operazioni dello Esercito Alleato, e prevedendo che il nemico nulla lascerebbe d'intentato per riconquistarla presi le seguenti disposizioni: Ordinai ai zappatori del Genio di mettere mano immediatamente e continuare duramente tutta la notte, servendosi anche dell'opera di tutti i contadini disponibili, le opere difensive sull'estremo lembo dell'altipiano a cavallo della strada di Robbio. Feci occupare il fronte dell'altipiano verso Robbio dalla Brigata "Regina"; il 10° Reggimento con due Battaglioni occupava la linea degli avamposti sul cavo San Pietro, a cavallo della strada provinciale di Robbio. Feci appoggiare la sinistra del 10° Reggimento dal 6° Battaglione Bersaglieri. Il 9° Reggimento Fanteria distaccava sulla destra due Compagnie al di là dei cavi Scotti e Gamarra, avendo gli avamposti sulle due strade che vengono da Rosasco, ed occupando con un piccolo posto il ponte della Brida alla presa d'acqua del cavo Sartirana. Le riserve occupavano la Cascina S. Pietro, il 15° Fanteria si era tenuto in riserva dietro al 1°,meno un Battaglione che, facendo fronte a sinistra della posizione si estendeva dal cimitero verso la posizione occupata dal 6° Bersaglieri. Il 16° Reggimento copriva la sinistra della posizione, stendendosi dal Cimitero alla Chiesa di S. Sebastiano, a cavallo delle strade di Vinzaglio e di Confienza. Il 7° Battaglione Bersaglieri, che aveva tanto sofferto nelle precedenti giornate, fu tenuto in riserva nel villaggio stesso di Palestro.

Durante la notte il Maresciallo Canrobert, che col suo Corpo d'armata si trovava a Prarolo, gittava i ponti sul Sesia, non senza difficoltà, pel continuo ingrossare delle acque ed alle ore 5 del mattino cominciava ad eseguire il passaggio del fiume con le sue Divisioni, coperto dalle posizioni occupate dalla 4ª Divisione. Verso le 8 del mattino il 3° Reggimento di Zuavi, stato posto da S. M. l'Imperatore dei Francesi a disposizione di S. M. il Re, veniva dal Torrione, ove aveva pernottato, a prendere posizione sul davanti e lungo la strada che da Palestro conduce alla Sesia.

Verso le 10 del mattino il nemico con imponenti forze sboccava dalle strade di Robbio e da quella di Rosasco, attaccando con vigore la nostra linea d'avamposti. Questa seconda colonna, composta dalla Brigata Szabo, faceva ripiegare i nostri avamposti sul cavo Sartirana e, passando pel ponte della Brida, attaccava con forze preponderanti le due Compagnie poste alla cascina S. Pietro, che furono forzate ad abbandonare la posizione, ripiegandosi lentamente. All'attacco di fronte, il 4° Battaglione del 10° Reggimento, a sinistra della strada di Robbio, fu pur costretto a ripiegarsi sull'altipiano, eseguendo però i suoi fuochi in ritirata. A destra della strada il 3° Battaglione del 10° Reggimento veniva opportunamente sostenuto da due Compagnie del 9° Reggimento, colà condotte dal prode Colonnello Brignone, e successivamente del 2° Battaglione dello stesso Reggimento, e queste truppe non solo sostennero 1'attacco nemico, ma prendendo una vigorosa offensiva lo ricacciavano alla baionetta, assai lungi dalla linea degli avamposti.

Sin dal principio dell'azione, essendomi apparsa l'intenzione del nemico di girare la destra della mia posizione, e fors'anche di gettarsi sui ponti Francesi, avevo spinto da quella parte il 7° Battaglione Bersaglieri e successivamente il 16° Reggimento Fanteria, portandolo così, dalla sinistra, alla destra della mia posizione. Avevo contemporaneamente rafforzato di artiglieria la destra e la sinistra dell'altipiano, e portato l'artiglieria dalla estrema sinistra sulla destra della posizione, protetta dai cavi, onde prendere di fianco l'attacco della destra. Il 7° Battaglione Bersaglieri, coll'abituale suo slancio, attaccava vigorosamente il nemico; gli riprendeva alla baionetta la già perduta cascina S. Pietro; ma, avendo a lottare controforze di molto superiori, si limitò a mantenere le riacquistate posizioni sino all'arrivo dei primi Battaglioni del 16° Reggimento, ed alla vigorosa offensiva presa dal 3° Reggimento di Zuavi. Questo ammirabile Reggimento, visto la destra minacciata, si spingeva in colonna profonda al suono della fanfara sul dinanzi della sua fronte; passava a guado la Sesietta, ed irrompendo alla baionetta sul nemico, ne faceva tremendo scempio sul ponte della Brida, e precipitava nel canale di Sartirana, profondissimo gran parte della Brigata da 16 impadronendosi di una parte della Batteria da 16 che aveva passato il ponte, e di buon numero di prigionieri."


Presa di due cannoni agli Austriaci a Palestro (30 maggio 1859)

La Battaglia nei pressi della Cascina S. Pietro (31 maggio 1859)

La Battaglia del Roggione
Così il corrispondente di "The Time" descrive l'azione bellica.

"La strada da Rosasco a Palestro, su cui stava avanzando la brigata austriaca Szago, è una strada rialzata, che si dirige quasi ad angolo retto verso la strada che unisce Palestro alla Sesia. In tal modo gli Zuavi, che erano accampati alla destra di questa strada, si trovarono in posizione laterale rispetto alla colonna austriaca. Fin dai primi colpi di cannone e di fucileria gli Zuavi erano in armi, ma si mossero soltanto quando la brigata Szabo avanzò. Li separava dagli Austriaci uno spiazzo aperto di alcune centinaia di yarde, e proprio di fronte alla loro posizione avevano un ramo canalizzato della Sesia, chiamato comunemente canale della Cascina, profondo circa tre piedi. La tromba suonò l'avanzata e gli Zuavi si gettarono nella mischia con un èlan, che stupì alleati e avversari. Piombando frontalmente attraverso il canale, avanzarono en pas de course in campo aperto verso gli Austriaci. Questi, vedendo spuntare improvvisamente il nemico dalla parte dove meno se lo aspettavano, puntarono tre cannoni in quella direzione, il che, tuttavia, non fermò gli Zuavi nemmeno per un istante; essi erano già tra i cannoni, prima che gli artiglieri potessero fare di nuovo fuoco. Lo slancio fu tanto improvviso e l'andatura tanto veloce, che gli Zuavi raggiunsero i cannoni pêle-mêle con i cacciatori tirolesi, che erano disposti in posizione di difesa davanti ai cannoni stessi. Sull'altro lato della strada rialzata si trovavano altri due cannoni, che caddero anch'essi nelle mani degli Zuavi. La brigata Szabo ripiegò allora rapidamente verso il ponte della Brida, nel punto in cui si trova la chiusa, che fa defluire l'acqua dal canale. Gli Zuavi, il 7° Bersaglieri ed il 16° Reggimento di Fanteria li inseguirono e li raggiun-sero sul ponte, oltre il quale non avevano .fatto in tempo a ritirarsi.

Qui la mischia fu terribile, perché molti furono gettati nel canale ed affogarono. I tre cannoni con cui gli Austriaci avevano cercato di proteggere il passaggio delle loro truppe sul ponte, caddero nelle mani degli Zuavi e dei Sardi. La disfatta di questa colonna causò la ritirata di tutte le colonne austriache, perché le loro manovre combinate non potevano proseguire specialmente dopo che la colonna di Vinzaglio era stata bloccata e le truppe al centro dello schieramento dovevano pensare alla propria salvezza. Alle 14 gli Austriaci erano scomparsi; lasciando nelle mani degli alleati otto cannoni e circa 800 prigionieri, oltre a centinaia di uomini affogati nel canale o uccisi sul campo di battaglia. La vittoria fu raggiunta dagli alleati a caro prezzo, se si considera che gli Zuavi da soli ebbero 350 uomini hors de combat e i Sardi non meno di 800-1000.

La Battaglia su Ponte della Brida sul Roggione Sartirana (31 maggio 1859)

S.M. il Re e il 3° Reggimento di Zuavi a Palestro (31 maggio 1859)

Continua il Generale Cialdini
Questo vigoroso attacco viene arditamente secondato dal 7° Battaglione Bersaglieri dalle prime truppe giunte del 16°, le quali s'impadronirono degli altri pezzi della Batteria, di qualche cassone e di molti prigionieri. Il Colonnello dei Zuavi, lasciato a guardia del ponte un drappello di Bersaglieri, inseguiva colla baionetta alle reni il nemico in piena rotta. Mentre si passava questo brillante e decisivo episodio della giornata, il nemico che aveva fatto qualche progresso sulla nostra sinistra, accennava con una carica alla baionetta ad un attacco sull'altipiano stesso. Ma, arrestato da due ben distinti colpi di mitraglia della nostra artiglieria, veniva successivamente ricacciato e fugato da vigorose cariche alla baionetta, eseguite dal 6° Battaglione Bersaglieri e dal 1° e 2° Battaglione del 10° Reggimento Fanteria, guidati dal suo valoroso colonnello Regis, il quale inseguiva il nemico ben oltre la linea degli avamposti e veniva solo rilevato nella sua posizione negli ultimi periodi della giornata da due Battaglioni del 15° Reggimento Fanteria, essendo i due Battaglioni del 10° restati privi di munizioni.

Cooperarono singolarmente, a respingere lo attacco sulla destra, una Batteria francese collocata sulla riva destra della Sesia, che prendeva di fianco il nemico, ed una Sezione dell'istessa artiglieria, che nell'ultimo periodo della giornata, collocata sullo stradale di Robbio, riduceva dopo pochi colpi al silenzio l'artiglieria nemica che proteggeva la ritirata.

Alle 2 dopo il mezzogiorno il nemico, respinto e fugato su tutta la linea, era in piena ritirata verso Robbio e Rosasco, lasciando nelle nostre mani mille prigionieri, 600 feriti, un numero considerevole di morti, d'armi, di bagagli, ed una intera Batteria da 16. Le nostre perdite furono in morti e feriti disgraziatamente assai grave, come risulta dagli stati che qui ho l'onore di trasmettere, ma incomparabilmente minori di quelle del nemico. Non è mestieri, signor Generale, che io le accenni la mirabile condotta della 4ª Divisione in questa circostanza. Letruppe combatterono sotto gli occhi di S. M. che ebbe campo di apprezzare quanto sia grande la loro devozione alla Sua persona ed alla Patria, e di quale abnegazione, nel pericolo, esse siano capaci. Le numerose azioni di valore personale, contenute nell'elenco che qui unito ho l'onore di trasmetterLe, fanno fede che il Re può sempre contare con fiducia sulla Divisione che mi reco ad alto onore di comandare.

Verso le 14 il nemico era in piena ritirata su Robbio e Rosasco. I combattimenti del 30 e 31 maggio procurarono agli alleati un importante vantaggio strategico; per essi l'armata francese ha potuto compiere la marcia verso nord e sboccare da Vercelli diretta su Novara avvolgendo la destra degli imperiali, che dovettero sgombrare la Lomellina ed accorrere a Magenta a contendere invano agli alleati vittoriosi il passaggio del Ticino.

Cartina geografica dell'area della Battaglia
questa immagine è tratta da: http://grognards-alsace.ouvaton.org

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